martedì 18 marzo 2014

CIPAF

Assieme ai Gruppi Consiliari di minoranza, Autonomia e Solidarietà  e Buja Bene Comune, abbiamo invitato il presidente  del  Consorzio per lo sviluppo industriale ed economico della zona pedemontana Alto Friuli (Cipaf), Ivano Benvenuti, alla recente seduta del nostro Consiglio Comunale.
I segnali che provengono dal Consorzio non sono incoraggianti. L’area sta vivendo un periodo di crisi profonda non solo legato alla recessione economica: i propositi di soppressione dei Consorzi Industriali preannunciati dall’Assessore regionale alle Attività Produttive,  la vicenda giudiziaria del depuratore ancora in corso, la polemica sulle quote di compartecipazione sollevato dalla Confapi (Confederazione della Piccola e Media Industria Privata del Friuli Venezia Giulia), il consiglio di amministrazione in scadenza con gli immancabili conflitti per la spartizione delle “poltrone”… le incertezze sul futuro del nostro distretto industriale sono molte. 
Il Presidente Benvenuti ha cercato di tracciare un bilancio dell’Ente di questi ultimi anni (piuttosto deludente) e di spiegare la difficile situazione, esibendo cifre sui costi di gestione del consorzio, sulle tariffe per le spese di depurazione e sulle quote di compartecipazione degli insediati. Dal nostro punto di vista non si tratta solo di spiegare le modalità di calcolo delle quote da applicare ai servizi offerti agli insediati, ma di far fronte ad una crisi strutturale del Consorzio Industriale, crisi che non è solo legata alla crisi congiunturale in atto.
Ecco cosa abbiamo detto in Consiglio.
Quando si parla del consorzio Cipaf si deve fare i conti con i problemi irrisolti. Nella seduta del 7 novembre 2013, in Consiglio Comunale, si era discusso della variante n°33 al P.R.G.C., riguardante un consistente ampliamento dell’area nord est della zona Cipaf (il “famoso” piano infraregionale, decennale, che prevede un ampliamento di 850.000 mq verso Osoppo). Avevamo evidenziato tanti aspetti,  alcuni positivi (lo scalo ferroviario per il trasferimento via ferro di merci e materie prime e lo svincolo del casello con la nuova viabilità di penetrazione protetta),  altri negativi (per esempio il fatto che l’ampliamento non sembra giustificato considerata la presenza di numerosi capannoni vuoti). Alla fine si era parlato del ruolo strategico del Consorzio che si sarebbe trovato a gestire l’urbanizzazione dei numerosi lotti e di una nuova rete di infrastrutture. Era stato osservato che, con l’attuale assetto manageriale, il Consorzio non sembra in grado di assumersi una così impegnativa responsabilità. Senza l’assunzione di un carattere più efficiente il Consorzio non potrà dare le giuste risposte agli insediati. In quell’occasione avevamo affermato che  sarebbe stato il caso di ripensare il ruolo di questo istituto giuridico, che dovrebbe essere “più vicino al territorio e meno alla politica”. In questi pochi mesi le cose non sono migliorate, registrando le stesse questioni irrisolte.
Durante la seduta consigliare abbiamo fatto alcuni esempi delle cose che non vanno:
  • in occasione della scadenza del consiglio di amministrazione del consorzio sono cominciate le solite “insopportabili” schermaglie politiche tra i comuni consorziati per la scelta della presidenza; è inammissibile dover assistere ad ogni fine mandato a questi spettacoli indecorosi
  • a distanza di anni e con le indagini in corso da parte della Procura di Tolmezzo, si continua a tirare in ballo il  depuratore - uno dei pochi servizi certi offerti agli insediati; del depuratore si parla in termini incerti e contraddittori: non si capisce se funzioni correttamente, se sia sovradimensionato, se diluisca troppo o  disperda nelle falde acquifere …  insomma manca chiarezza.
  • altro nodo irrisolto: esondazioni e falde affioranti; l’area non è compresa in nessun  piano di bacino che darebbe indicazioni certe sul  corretto deflusso delle acque meteoriche.
Altre contrarietà.
  • gli insediati si lamentano del fatto che in una zona industriale, altamente informatizzata, manchino ancora le fibre ottiche che consentirebbero velocità di connessione alle reti informatiche più idonee (attualmente sono davvero basse, dell’ordine dei 50kB/s) .
  • la Confapi si lamenta del fatto che il 30% degli insediati ha cessato l’attività  e  il 50% degli occupati nelle piccole e medie imprese nell’area ha perso il lavoro negli ultimi 5 anni (due esempi per tutti, le aziende storiche De Simon e Sora); chiede chiarezza sui costi di compartecipazione e sui servizi effettivi offerti dal consorzio; vorrebbe rivedere - a ragione – come “funzionano le cose” del Consorzio prima di pagare le proprie quote.
Tante incertezze.
Dal nostro punto di vista, per attrarre nuovi investitori o per mantenere gli insediati, devono essere fornite tutte le agevolazioni possibili.
Abbiamo finito auspicando che il consiglio comunale dovrà farsi portavoce, presso la Regione, della necessità di una riforma radicale dei Consorzi industriali.
Serve urgentemente un nuovo piano di politica industriale e un nuovo provvedimento sulla riforma degli strumenti di gestione delle aree industriali regionali.
I tempi sono maturi, abbiamo concluso,  per indire una conferenza pubblica nell’area di Buja-Gemona-Osoppo,  alla presenza dell’assessore regionale Bolzonello.


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