sabato 14 novembre 2020

LETTERA APERTA AL SINDACO DELLA MIA CITTÀ

E' una lettera rivolta al Sindaco di Pordenone ma potrebbe essere rivolta a tanti altri sindaci, ci è piaciuta tanto e la condividiamo nella forma e nei contenuti:


Caro Sindaco 
Mi chiamo Enrico, sono un insegnante e uno scrittore e sono nato nella città che Lei amministra. Le scrivo perché mi sono accorto di una cosa, stamattina: i contagi nella sola provincia in cui io e Lei viviamo sono aumentati di ben 256 casi in sole 24 ore. Sono tanti, vero? Lei dirà: lo so, caro amico, non me ne parli! Brutta, brutta situazione! 
Sono d'accordo.
Se le scrivo però è anche perché mi sono ricordato che pochi giorni fa – proprio pochi – esattamente il 28 ottobre, Lei ha organizzato una manifestazione in piazza in cui sono arrivate più di duemila persone.
Io ho visto le foto di quella manifestazione il mattino dopo: e la mia prima impressione, il primo pensiero a caldo ricordo che era stato: questi sono pazzi. Una pandemia in corso e duemila persone nella stessa piazza?
Che poi Lei conosce meglio di me quella piazza: non è esattamente Piazza Duomo. Anche a fare i bravi, è molto difficile non servire al virus un bel po' di contagi su un piatto d'argento.
Ora guardo il grafico (glielo metto qui sotto, così può darci un'occhiata anche Lei) ed è davvero impressionante notare una cosa: il 28 ottobre i contagi erano circa 1500, dopo quel giorno hanno visto una forte impennata e adesso sono più che raddoppiati.
Certo: è sicuramente la natura di questo virus malefico. Certo, anche in altre parti d'Italia va più o meno così.
Ma penso non Le serva il mio contributo per capire che, riunire 2000 persone in una piccola piazza durante una pandemia, forse è stato un errore.
Per cui mi chiedevo – ed è proprio per questo che Le scrivo – se per caso non Le andasse di chiedere scusa.
Sì, lo so che da queste parti è una parola più difficile da pronunciare di acido desossiribonucleico. 
Ma Le farebbe onore andare controcorrente prendere un cellulare, aprire l'applicazione video, schiacciare REC e dire in favore di fotocamera: “Scusate ragazzi, ho fatto una cazzata”.
Che non riparerebbe niente eh. I contagiati non guarirebbero e i morti – se mai ce ne dovessero essere in conseguenza di quella manifestazione – non resusciterebbero.
Però credo che Lei ci farebbe finalmente una bella figura da persona seria, illuminata, coscienziosa e consapevole.
Con affetto
Enrico Galiano

 

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